Il pilastro è un elemento monopiano verticale della struttura in cemento armato e ne costituisce il componente portante verticale.
È parzialmente gettato in stabilimento, con dimensioni variabili da 25x40 cm fino a 40x60 cm e altezze mutevoli secondo progetto, legate all'interpiano.
Il pilastro pregettato ha una tasca all’estremità superiore per l’inserimento delle armature dell’elemento del piano successivo. La realizzazione del pilastro inizia in stabilimento e termina in cantiere con un getto di solidarizzazione che collega tra loro tutti i componenti.
In fase di posizionamento è tenuto in quota da un profilato tubolare collocato sulla base e sulla sommità del pilastro inferiore, che ne assicura il sostentamento e il collegamento provvisorio ad altri elementi strutturali in attesa del getto del solaio.
Le armature dei pilastri sono tutte incorporate, risultando collocate nell’esatta posizione di calcolo come garantito dai controlli in stabilimento.
Al contrario, nei sistemi tradizionali i ferri di chiamata sono disposti manualmente in cantiere, con il rischio di un posizionamento impreciso.
Le armature di continuità fuoriuscenti dal pilastro e dalle travi, formano l’armatura di nodo completata in cantiere.
La sovrapposizione dei pilastri avviene per continuità: le armature di nodo del pilastro superiore entrano in appositi vani corrugati di 80 cm di profondità, ricavati sulla sommità del pilastro inferiore.
La corrugazione interna del vano consente un legame ottimale tra il getto di stabilimento e il getto di completamento in opera ed è un dettaglio costruttivo introdotto in seguito alle sperimentazioni svolte dall’Università di Pisa.
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